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Su Cantaru – Chiesa della Madonna della Salute
Al sentiero si giunge attraverso la strada provinciale Siniscola Lodè Lula. Si percorre una vecchia carrareccia che si snoda all’interno di boschi di leccio e macchia mediterranea, tipica formazione vegetale che caratterizza la Sardegna e il bacino del mediterraneo. Al termine di questo primo tratto giungiamo nella chiesa campestre della Madonna della Salute che sorge in località Santu Pretu de Luittu, la chiesa era stata distrutta e abbandonata; soltanto grazie all’opera di un gruppo di volontari locali è stata ricostruita e consacrata il 21 giungo 1997. La festa solenne ricorre, ogni anno, la seconda domenica di settembre.Dallo spiazzo della chiesa si può ammirare il paesaggio circostante che comprende la cittadina di Siniscola, la piana, la costa e alle spalle il massiccio calcareo del Monte Albo.
Bosco Ususule
Uno dei rari lembi di lecceta primaria che in Sardegna non abbiano subito utilizzazioni forestali. Sono frequenti inoltre il corbezzolo (Arbutus unedo L.), la fillirea (Phillyrea latifoglia L.) ed il ginepro ossicedro (Juniperus oxycedrus L.), per lo più in forma arborea. Le specie erbacee sono scarse e nel periodo primaverile è il ciclamino quello più abbondante. All’interno del bosco si trova un’area pic-nic con tavolini e una fontana. Superato Ususule raggiungiamo la Fontana di Grassianu circondata da una pineta; proseguendo sul sentiero possiamo vedere un antico forno della calce, da qui la pineta viene sostituita dalle tipiche formazioni vegetali dell’area mediterranea.
Ulidone.
S’Ulidone dal sardo all’italiano viene tradotto come corbezzolo (Arbustus unedo) una delle piante tipiche della macchia mediterranea, caratterizzata da un frutto commestibile ovoidale di colore rosso arancio a maturità. Nell’area sono presenti degli esemplari giganti di questa pianta da qui il nome dato alla località. Oltre a questi il paesaggio è caratterizzato da garighe a Santolina corsica, macchia mediterranea, ginepri secolari e boschi di leccio. Inoltre sono presenti diverse fontane attrezzate con punti ristoro. Dall’area si accede ad uno dei sentieri che conducono a Punta Cupetti.
Punta Cupetti
Attraverso il sentiero ben tracciato detto S’Iscala de su Tassu, si giunge ai campi carsici di Punta Cupetti (1029 metri s.l.m.). Sulla cima si può osservare l’isola di Tavolara, il lago artificiale del fiume Posada, Monte Nurres, Posada, il mare di La Caletta e S. Lucia e naturalmente la cittadina di Siniscola. Sul pianoro è possibile ammirare gli antichi ovili e Su Pinnatu l’antica dimora dei pastori sardi.
Sui campi presenti sulla cima, un tempo venivano coltivati grano e orzo, oggi esistono soltanto garighe a Santolina corsica endemismo sardo-corso, caratterizzato da dei bassi pulvini che fioriscono a maggio giugno colorando di giallo la piana.
Sulle pareti calcaree si possono notare varie piante endemiche rupicole, tra cui: Hesperis laciniata All., Alyssum tavolarae Briq., Laserpitium gallicum L., Lactuca longidentata Moris, Brassica insularis Moris, Ptychotis sardoa ed inoltre, molto rara in Sardegna, Saxifraga lingulata subsp. australis. Nel versante orientale si rinvengono esemplari di notevoli dimensioni di Tasso (Taxus baccata L.), che vive preferibilmente in ambienti ombrosi e freschi.
Fra le varie specie animali troviamo: corvi imperiali con il becco e il piumaggio nero; l’aquila reale e il gracchio corallino, che nidifica sul Monte Albo e in particolare a Punta Cupetti; è una specie piuttosto socievole; con una colorazione del piumaggio nera con evidenti riflessi blu, le zampe e il becco sono rosse.
Dopo aver attraversato S’Ena ‘e Cupetti il sentiero discende verso la località denominata S’Adde da cui ha origine un rivolo che sprofonda rapidamente nel sottosuolo, da qui il nome di Riu Siccu (rio secco) che assume il profondo canalone che separa Punta Cupetti dalla restante parte del Monte Albo. Il canalone attraversato dal rio è una delle zone più ricca di acero minore (Acer monspessulanum L.) e orniello (Fraxinus ornus).
La linea di cresta del Monte Albo.
Le creste del Monte Albo sono caratterizzate da dei pianori carsici che si alternano lungo tutto il percorso. Il paesaggio è dominato dal bianco accecante del calcare con le tipiche formazioni erosive che lo rappresenta, intervallato dagli sprazzi di colore delle piante che crescono su questi altopiani come il rosso e il verde dell’euforbia. I pianori in sardo vengono chiamati Sa S’Enas e in passato venivano coltivati o usati per il pascolo di ovini e bovini, a testimonianza di ciò rimangono i resti degli antichi ovili. Oggi sono ricoperti da garighe prevalentemente a Santolina corsica ed elicriso e vengono pascolati da mufloni, cinghiali e altri animali allo stato brado. Gli alberi sono sporadici si incontrano esemplari isolati o in piccoli gruppi di peri selvatici, aceri, ginepri e lecci abbarbicati nelle rocce.